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Summer School ENGIM 2021

Si è conclusa la SUMMER SCHOOL ENGIM 2021, una tre giorni di formazione per tutti i collaboratori pensata per chiudere l'anno formativo e immaginare insieme il prossimo futuro.
Quest'anno la Summer School ENGIM si è tenuta a Bergamo da martedì 13 a giovedì 15 luglio, con eventi trasmessi in diretta streaming sulla piattaforma Zoom.
Il tema di questa edizione è stato We Are - We Share - We Care.

Martedì 13 luglio 2021
Apre i lavori padre Antonio Lucente, presidente ENGIM: "le porte chiuse non sono di casa in ENGIM. Varchi di novità, porte aperte al futuro per orientare avanti lo sguardo di tutti coloro che operano in ENGIM. Invito a sconfiggere tutte le porte chiuse in ENGIM". Saremo riconosciuti per le aperture che riusciremo a fare in ENGIM".
Gabriele Sepio, avvocato esperto del Terzo settore: il bilancio sociale evidenzia il profilo di responsabilità di ENGIM con attività di interesse generale come la formazione e le politiche attive. Il welfare in un ente del terzo settore è a doppio binario: distribuire tra i collaboratori i benefit con obiettivi incrementali, ma essere anche erogatore di servizi. Accordo di secondo livello dimostra che ENGIM può partecipare allo sviluppo del Paese e condividere l'impresa con i propri lavoratori. Un vero cambiamento culturale!
Prosegue la mattinata con la tavola rotonda "Formazione e imprese: l'ecosistema del territorio" condotta dal direttore di ENGIM Lombardia, Giuseppe Cavallaro con le imprese Experim, Persico Group, Schneider Eletric, CRS Impianti.
Nel pomeriggio il dibattito "Per un apprendistato in chiave europea", vede Anna Barbieri della European Commission illustrare la Raccomandazione europea per la formazione profesionale: una FP agile, in un'ottica a medio e lungo periodo anche per gli adulti, per favorire la progressione delle persone. Brunella Reverberi della Regione Lombardia, illustra l'apprendistato a livello regionale.
Luigi Bobba, presidente di Terzjus spiega che in Italia abbiamo tre tipi di apprendistato ma solo due corrispondono ai criteri richiesti dall'Europa. Per investire bene il PNRR bisogna trasformare l'apprendistato professionalizzante in contratto di inserimento lavorativo e dare respiro agli altri due modelli di apprendistato. Potenziare formazione-impresa dando risorse per il tutor aziendale. E' aperta una riflessione politica su questo tema, che conduce verso una possibile proposta di legge.

Mercoledì 14 luglio 2021
La Summer School ENGIM inizia dando la parola agli ex allievi e volontari. A seguire S.E. Francesco Beschi, Vescovo di Bergamo, fa un intervento sulla dignità dei lavoratori richiemando la Fratelli Tutti n.162: "Il grande tema è il lavoro. Ciò che è veramente popolare – perché promuove il bene del popolo – è assicurare a tutti la possibilità di far germogliare i semi che Dio ha posto in ciascuno, le sue capacità, la sua iniziativa, le sue forze. Questo è il miglior aiuto per un povero, la via migliore verso un’esistenza dignitosa. Perciò insisto sul fatto che «aiutare i poveri con il denaro dev’essere sempre un rimedio provvisorio per fare fronte a delle emergenze. Il vero obiettivo dovrebbe sempre essere di consentire loro una vita degna mediante il lavoro». Per quanto cambino i sistemi di produzione, la politica non può rinunciare all’obiettivo di ottenere che l’organizzazione di una società assicuri ad ogni persona un modo di contribuire con le proprie capacità e il proprio impegno. Infatti, «non esiste peggiore povertà di quella che priva del lavoro e della dignità del lavoro». In una società realmente progredita, il lavoro è una dimensione irrinunciabile della vita sociale, perché non solo è un modo di guadagnarsi il pane, ma anche un mezzo per la crescita personale, per stabilire relazioni sane, per esprimere sé stessi, per condividere doni, per sentirsi corresponsabili nel miglioramento del mondo e, in definitiva, per vivere come popolo."
Michele Tiraboschi, coordinatire scientifico di ADAPT spiega come il PNRR evidenzia la necessità di formare a nuove competenze attraverso politiche attive del lavoro. L'apprendistato è strumento per l'incontro domanda-offerta in uno specifico settore, in un territorio... Dobbiamo seguire la logica della formazione dell''anima e non delle sole competenze: un ecosistema formativo si costruisce con grande fatica, ma sappiamo che un bisogno del nostro tempo è la rete sociale con cui è possibile farlo.
La Ministra Bonetti sottolinea il ruolo strategico della formazione professionale e della formazione per la riqualificazione di chi dovrà rimettersi in gioco in questa fase di ripartenza. Il tema formativo ed educativo è centrale in questa fase di transizione, richiamando innovazione e creatività tipiche del Terzo settore. Bisogna introdurre nei piani formativi l'attenzione alla parità di genere e all'imprenditoria femminile. 
Giuseppe Cavallaro, direttore di ENGIM Lombardia presenta il progetto "Città di Leonardo".

Giovedì 15 luglio 2021
Summer School ENGIM: conclusioni e prospettive con Marco Muzzarelli, direttore nazionale di Fondazione ENGIM che sollecita il pubblico su quale potrà essere il gioco di squadra in ENGIM nel prossimo futuro.
Padre Antonio Lucente, presidente ENGIM: "siamo profeti nella misura in cui noi restituiamo quello che abbiamo ricevuto. Al centro del nostro operare sono i giovani che ci vengono affidati, tutti i nostri sforzi sono rivolti a loro, alla loro formazione per l'inserimento nella società in cui trovare un lavoro dignitoso e realizzare i propri sogni di vita. Tre valori irrinunciabili, generatori di una umanità solidale:
- WE ARE: attenti ai "segni dei tempi" come voleva il Murialdo
- WE SHARE: le nostre esperienze e buone prassi, nello stile della "ben unita famiglia"
- WE CARE: i giovani lavoratori, in Italia e nel mondo, perché "ogni giovane lavoratore vale più di tutto l'oro della Terra"
La nostra fondazione nasce sulla fiducia della Parola. Nasce da un intuizione del Vangelo. E chi ci lavora é animato dalla passione di quel vangelo e lavora per i nostri ragazzi e ragazze. Ci deve essere una unità nazionale di ENGIM, nessuno escluso.  Una ben unita famiglia. Questo vogliamo essere
."

 

Riportiamo qui parte del discorso di apertura di padre Antonio Lucente:

«La porta chiusa è un simbolo del mondo di oggi. È più di un semplice dato sociologico; è una realtà esistenziale che va segnando uno stile di vita, un modo di porsi di fronte alla realtà, di fronte agli altri, di fronte al futuro […] l’immagine di una porta aperta è sempre stata il simbolo della luce, dell’amicizia, della gioia, della libertà, della fiducia. Quanto abbiamo bisogno di ritrovarla! La porta chiusa ci fa male, ci paralizza, ci separa».
LE APERTURE DI DIO
In punti nodali della Bibbia viene ripetutamente aperta una finestra sul futuro, in modo tale da orientare in avanti l’attenzione e lo sguardo del lettore. C’è, di volta in volta, «un fiume da attraversare, una città e un santuario da costruire, qualcuno da aspettare». In tal modo, il testo biblico mostra che Dio, lungi dall’imbalsamare la realtà, la apre e la sospinge instancabilmente verso possibilità inedite. Ciò è vero a partire dall’evento fondatore della fede di Israele, la liberazione dalla schiavitù d’Egitto, quando, grazie all’intervento divino, il mare, che appariva un ostacolo insormontabile, si divise (cfr Esodo 14,21), aprendo agli israeliti un passaggio insperato verso la libertà: Hai aperto il mare davanti a loro ed essi sono passati in mezzo al mare all’asciutto (Neemia 9,11). Questo evento rimarrà come punto di riferimento fondamentale per ogni generazione. In particolare, sosterrà la fede dei deportati a Babilonia allorché – caduta Gerusalemme e distrutto il Tempio, venute conseguentemente meno le istituzioni regale e sacerdotale – sembrava non esserci per loro alcun futuro.
Così dice il Signore, che aprì una strada nel mare e un sentiero in mezzo ad acque possenti, che fece uscire carri e cavalli, esercito ed eroi a un tempo; essi giacciono morti, mai più si rialzeranno, si spensero come un lucignolo, sono estinti: «Non ricordate più le cose passate, non pensate più alle cose antiche! Ecco, io faccio una cosa nuova; proprio ora germoglia, non ve ne accorgete? Aprirò anche nel deserto una strada, immetterò fiumi nella steppa» (Isaia 43,16-19).
E la nostra Fondazione ENGIM?
In conformità all’agire di Dio nel mondo e, soprattutto, in continuità con lo stile relazionale di Gesù, la Fondazione ENGIM è chiamata a condurre la sua testimonianza nel segno dell’apertura cordiale, contrastando, tanto al suo interno quanto all’esterno, tutto ciò che produce ripiegamento, chiusura ed esclusione. Questo orientamento di fondo, pur avendo incontrato resistenze, ha caratterizzato le prime comunità cristiane. Deve, conseguentemente, caratterizzarci in ogni tempo. È quanto trova efficace espressione in un commento agli Atti degli Apostoli, di cui merita riportare un’ampia citazione: «Sono molti gli esclusi ai quali il vangelo della salvezza deve essere annunciato e a cui la comunità cristiana deve essere attenta e aperta. C’è chi si sente escluso per la propria mancanza culturale, per la propria condizione sociale. C’è chi pensa di essere escluso per la propria debolezza morale o per la propria fatica a credere».

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Eventi

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