Bilanci Sociali ENGIM come espressione di partecipazione, consenso, trasparenza
Si sono concluse le presentazioni dei Bilanci Sociali regionali e nazionale di ENGIM.
Le parole del Presindete padre Antonio Lucente per spiegare il valore della partecipazione, consenso e trasparenza che si celano dietro alla redazione dei nostri bilanci sociali.
Mi sono convinto che anche qui, come ovunque, occorre preparare,
in vista dell’avvenire, gruppo di uomini - e donne - intelligenti, abili, attivi,
disinteressati, uomini di fede, di coraggio e di vero spirito cristiano.
In questa stagione così piena di conflitti vorrei cogliere e raccogliere il nostro annual report, fatto di impegno e di fatica quotidiana con chi cerca di fare la differenza nelle realtà affidate alla nostra cura, attorno ad alcune suggestioni.
Leggere la nostra realtà significa discernere un senso che si mostra nel qui e ora, di un vissuto storico parziale, che prova a intercettare nel frammento di una determinata cultura e attraversare un mondo vasto e plurale.
Per ENGIM è sempre un’occasione per interrogarsi sul proprio futuro, sui rapporti tra i suoi membri e sui ruoli che ricoprono, sulle proprie forme organizzative e le possibilità di una loro riforma, gli stakeholder.
Come FONDAZIONE lo facciamo con un’intenzione precisa e rinnovata: diventare più capaci di “camminare insieme” per compiere meglio la nostra propria missione di annunciare la preziosità di ogni essere umano poiché figlio di Dio, in modo attraente e convincente per i giovani lavoratori per gli uomini e le donne del nostro tempo.
Mettere meglio a fuoco in che direzione muoversi per perseguire questo obiettivo è il senso della estensione dell’annual report.
Da questa rilettura emergono consapevolezze e interrogativi, che puntano al futuro, cioè a individuare quali passi la nostra fondazione ENGIM si sente chiamata a compiere per crescere nella propria dimensione sinodale.
In questo discernimento, la FONDAZIONE incontra domande e inquietudini che attraversano la società, il dibattito politico, l’impegno e la ricerca sociale.
Le abbiamo affrontate nella propria prospettiva e soprattutto in vista di una finalità del tutto peculiare – la missione di annuncio del Vangelo –, ma non astraendosi dal contesto al cui interno vive.
Ne è un buon esempio il termine partecipazione: è una delle parole chiave del Bilancio Sociale, ma è anche al centro del dibattito filosofico e politologico sulla crisi e sul futuro della democrazia.
In questo senso rappresenta il fulcro della riflessione a cui è chiamata la nostra organizzazione.
È dunque un termine carico di risonanze: esplorarle, come proveremo a fare sinteticamente in queste pagine, consente di esplicitare meglio il senso che assume nei diversi contesti, ma soprattutto di cogliere il potenziale contributo che il camminare insieme può offrire per illuminare questioni cruciali per la nostra società per coglierci sempre meglio come soggetti dentro il Terzo settore.
AGENTI DI INTEGRAZIONE E DI CAMBIAMENTO, SVOLGIAMO PIUTTOSTO UNA «FUNZIONE PONTE»
Siamo interessati al prossimo non come una categoria morale, ma concreta, affettiva: sono le persone, gli altri, la folla.
Ognuno di noi è frutto di tanti incontri: non sarei quello che sono senza l’incontro dell’amicizia intriso di voglia di cambiare il mondo senza violenza, assumendosi gli uni i pesi degli altri, quelli dei poveri come se fossero i nostri, i miei.
L’Annual report è sempre occasione per ribadire che in un'organizzazione come ENGIM, l'INCONTRO è al centro: dentro le nostre pagine, sono tanti gli incontri n cui l’io non si appiattisce nell’altro e l’altro non è solo annullato dal nostro io. Anzi, troviamo l’Io trovando Dio e il Noi, capendo che la domanda di fondo della vita «per chi, a che scopo?», ha solo una risposta: «Non per me».
Per noi questo camminare insieme significa anche:
a) Partecipazione come espressione della dignità personale
La redazione del Bilancio Sociale, può essere descritto come un esperimento partecipativo, insieme a tutti gli altri strumenti di partecipazione di cui siamo attrezzati.
Fare questo chiede di mettere a punto gli strumenti per ascoltare le persone nei diversi contesti locali in cui la fondazione è presente per offrire a tutti uno spazio in cui prendere la parola ed esprimere il proprio punto di vista, a partire da un lavoro di riflessione e preghiera personale sul tema dell’incontro. Il più profondo senso della partecipazione, infatti, non sta nel coinvolgimento nell’esercizio di un qualche potere, ma nel riconoscimento della comune dignità, fondamento dell’uguaglianza di tutti. Per risultare credibile, questo principio avrà sempre bisogno di essere sperimentato, non solo affermato.
b) costruire consenso
Dopo l’ascolto, il metodo del vedere-valutare-agire prevede un dinamismo dialogico per mettere a fuoco i punti di convergenza, ma anche le divergenze. L’obiettivo è pratico: identificare una direzione lungo cui procedere insieme, per concretizzare quello che insieme si è capito In altre parole, il CAMMINARE INSIEME mira alla costruzione di un consenso che non è definito come convergenza della maggioranza minima indispensabile (la metà dei partecipanti più uno), che così “vince”, in opposizione a una minoranza che invece “perde” e quindi inevitabilmente farà resistenza in attesa di rovesciare la situazione. Si tratta piuttosto di costruire un equilibrio che consenta a tutti i partecipanti di sentirsi rappresentati dalla conclusione comune. L’esperienza indica che in società fortemente polarizzate come le nostre, il principio di maggioranza può rischiare di risultare divisivo e ha bisogno di trovare un complemento in dinamiche di rafforzamento del legame sociale.. Molti problemi di coesione che affliggono le nostre società derivano proprio dalla mancanza di questo legame.
c) restituire l'annual report come strumento di trasparenza
Nell’agire della nostra fondazione, c’è un ulteriore elemento metodologico di importanza cruciale: a ogni livello, siamo tenuti a offrire una restituzione a coloro che hanno preso parte al processo.
Il nostro agire deve quindi sottoporre a verifica la bontà del suo ascolto e la validità della sua sintesi, con la disponibilità a correggerla.
In questo senso, l’annual report è l’occasione per verificare la validità della sintesi. Si tratta di una modalità concreta per assumere la fondamentale esigenza di trasparenza implicita in ogni processo autenticamente partecipativo:
- senza possibilità di verifica, un esercizio di ascolto rischia di prestare il fianco alla manipolazione, erodendo la fiducia e negando nei fatti la dignità delle persone coinvolte;
- garantire trasparenza attraverso la restituzione consente di salvaguardare la riservatezza dello spazio dell’ascolto e del dialogo, in cui ciascuno ha bisogno di sentirsi libero di esprimersi senza remore.
La promozione della partecipazione riconosce la qualità delle diverse fasi e trova il modo di contemperare le differenti esigenze.
La partecipazione non è soltanto il metodo della nostra fondazione ENGIM , ma anche uno dei suoi oggetti e dei suoi obiettivi.
La spinta all’accoglienza e all’inclusione si radica proprio nel dinamismo della partecipazione: mette al centro la missione comune e sottolinea l’esigenza che tutti abbiano la possibilità di contribuirvi.
Enfatizzare il contributo insostituibile di ciascuno è un ulteriore modo di dare riconoscimento alla persona, che mai è totalmente priva di risorse.
Si tratta di un approccio profondamente radicato nella dottrina sociale della Chiesa. Come afferma Giovanni Paolo II nell’enciclica Centesimus annus (1991) «esiste un qualcosa che è dovuto all’uomo perché è uomo, in forza della sua eminente dignità. Questo qualcosa dovuto comporta inseparabilmente la possibilità di sopravvivere e di dare un contributo attivo al bene comune dell’umanità» (n. 34).
La dignità delle persone e dei gruppi il cui contributo non è valorizzato, è ferita, e questo indica che c’è ancora strada da fare sul cammino dell’accoglienza.
Dentro le pagine dei nostri Bilanci Sociali emerge un richiamo di valore affinché ciascuno possa sentirsi Responsabile, Coinvolto e Connesso.
padre Antonio Lucente
Presidente ENGIM