CONTRO IL PREPOTENTE L'ONNIPOTENTE
Foto di Sede Nazionale
Per difendere la ricchezza della Formazione Professionale i Giovani che l'hanno scelta, si invitano le nostre Associazioni ENGIM e non solo, ad un incontro di preghiera il giorno "2 dicembre" seguendo lo schema che inviamo, preparato da d. Tony Fabris che ringraziamo
Ci impegniamo senza pretendere che altri s’impegnino,
con noi o per suo conto, come noi o in altro modo.
Ci impegniamo senza giudicare chi non s’impegna,
senza accusare chi non s’impegna,
senza condannare chi non s’impegna,
senza disimpegnarci perche altri non s’impegna.
Ci impegniamo perche non potremmo non impegnarci.
C’è qualcuno o qualche cosa in noi,
un istinto, una ragione, una vocazione, una grazia,
più forte di noi stessi.
Ci impegniamo per trovare un senso alla vita,
a questa vita, alla nostra vita,
una ragione che non sia una delle tante ragioni,
che ben conosciamo e che non ci prendono il cuore.
Si vive una sola volta e non vogliamo essere “giocati”.
in nome di nessun piccolo interesse.
Non ci interessa la carriera, non ci interessa il denaro,
non ci interessa la donna o l’uomo se presentati come sesso soltanto,
non ci interessa il successo né di noi né delle nostre idee,
non ci interessa passare alla storia.
Ci interessa di perderci per qualche cosa o per qualcuno
che rimarrà anche dopo che noi saremo passati
e che costituisce la ragione del nostro ritrovarci.
Ci impegniamo a portare un destino eterno nel tempo,
a sentirci responsabili di tutto e di tutti,
ad avviarci, sia pure attraverso un lungo errare, verso l’amore.
Ci impegniamo non per riordinare il mondo,
non per rifarlo su misura, ma per amarlo;
per amare anche quello che non possiamo accettare,
anche quello che non è amabile,
anche quello che pare rifiutarsi all’amore,
poiche dietro ogni volto e sotto ogni cuore
c’è, insieme a una grande sete d’amore,
il volto e il cuore dell’amore.
Ci impegniamo perché noi crediamo all’amore,
la sola certezza che non teme confronti,
la sola che basta per impegnarci perpetuamente.
CONTRO IL PREPOTENTE L’ONNIPOTENTE
Introduzione: Questo piccolo e semplice spazio di tempo che viviamo insieme vuole essere un modo per sentirci vicini e sostenere tutte quelle persone che stanno lottando da mesi per far valere i loro diritti. Ci sono zone in Italia in cui gli insegnanti dell’Engim non ricevono uno stipendio da molti mesi e, nonostante questo, sono ancora presenti in classe per non far mancare ai giovani non solo le competenze necessarie, ma anche quella presenza educativa che aiuti ad essere , come sognava il Murialdo, buoni cristiani e onesti cittadini. Vorremmo anche noi in questo momento sostenere la protesta di chi sta lottando per la difesa dei minori e del diritto all’Istruzione e alla Formazione Professionale, che noggi è messo a rischio. Oggi, in Sicilia, dopo varie manifestazioni in piazza, si è deciso di fermarsi e occupare una chiesa e pregare insieme giorno e notte perché l’Onnipotente, che è Dio, possa illuminare le menti e i cuori di coloro che, con prepotenza, mettono a rischio la formazione e l’istruzione di tanti giovani in Italia.
Ci ricorda d. Lorenzo Milani
..la miseria più grave dei miseri e che riassume tutte le altre loro miserie… è la mancanza di istruzione… (intendendo per istruzione tutto quello che è elevazione interiore) perché “su chi sa meno gioca bene il propagandista politico,il commerciante, l’imprenditore, la Confindustria, il distruttore di religione, il corruttore, lo stregone…”. …ma la miseria ancora più grave è la mancanza di “dominio sulla parola. Sulla parola altrui per afferrarne l’intima essenza e i confini precisi, sulla propria perché esprima senza sforzo e senza tradimenti le infinite ricchezze che la mente racchiude. La conoscenza della propria lingua “… non fa parte delle necessità professionali, ma delle necessità di vita di ogni uomo, dal primo all’ultimo che si vuol dire uomo… chiamo uomo chi è padrone della sua lingua.”
Dal Libro di Guditta
Giuditta supplicò a gran voce il Signore: «Signore, Dio del padre mio Simeone, tu hai messo nella sua mano la spada della vendetta contro gli stranieri, contro coloro che avevano sciolto a ignominia la cintura d’una vergine. Tu avevi detto: non si deve fare tal cosa! ma essi l’hanno fatta. Or ecco gli Assiri hanno aumentato la moltitudine dei loro eserciti, vanno in superbia per i loro cavalli e i cavalieri, si vantano della forza dei loro fanti, poggiano la loro speranza sugli scudi e sulle lance, sugli archi e sulle fionde e ignorano che tu sei il Signore che disperdi le guerre; Signore è il tuo nome. Abbatti la loro forza con la tua potenza e rovescia la loro violenza con la tua ira:
spezza la loro alterigia per mezzo di una donna. Perché la tua forza non sta nel numero, né sugli armati si regge il tuo regno: tu sei invece il Dio degli umili, sei il soccorritore dei derelitti, il rifugio dei deboli, il protettore degli sfiduciati, il salvatore dei disperati. Sì, Dio del padre mio e di Israele tua eredità, Signore del cielo e della terra, creatore delle acque, re di tutte le tue creature, ascolta la mia preghiera; Dà a tutto il tuo popolo e ad ogni tribù la prova che sei tu il Signore, il Dio d’ogni potere e d’ogni forza e non c’è altri fuori di te, che possa proteggere la stirpe d’Israele».
Salmo 12
Fino a quando, Signore, continuerai a dimenticarmi?
Fino a quando mi nasconderai il tuo volto?
Fino a quando nell’anima mia proverò affanni,
tristezza nel cuore ogni momento?
Fino a quando su di me trionferà il nemico?
Guarda, rispondimi, Signore mio Dio,
conserva la luce ai miei occhi,
perché non mi sorprenda il sonno della morte,
perché il mio nemico non dica: «L’ho vinto!»
e non esultino i miei avversari quando vacillo.
Nella tua misericordia ho confidato.
Gioisca il mio cuore nella tua salvezza
e canti al Signore, che mi ha beneficato.
Per una riflessione
Viviamo giorni in cui attorno a noi e dentro di noi si affaccia la grande domanda del profeta: “Signore, fino a quando?”. La risposta di Dio è ancora la stessa: soccombe e si scandalizza chi non ha il cuore retto con Dio, mentre il giusto vivrà di fede perché guarderà la storia con l’occhio della fede, perché la fede offre la luce per rispondere alle domande più inquietanti: che cosa conta veramente nella vita? Cosa fa veramente trasformare la storia verso il Regno? Quale idea abbiamo noi di Dio e della sua vittoria nella storia?
Oggi è tempo di missione. È tempo di coraggio, di rafforzare le ginocchia vacillanti, di riprendere il gusto dello spendersi, la fiducia nella forza che la missione porta con sé.
È tempo di coraggio, anche se avere coraggio non significa avere garanzia di successo. Ci è richiesto il coraggio per combattere, non necessariamente per vincere; per annunciare, non necessariamente per convertire.
Ci è richiesto il coraggio per essere alternativi al mondo, senza però mai diventare concorrenti o aggressivi.
Ci è richiesto il coraggio per aprirci a tutti, coraggio per resistere all’incredulità, senza diventare arroganti.
Coraggio per non confondere la Tradizione con le tradizioni, per non far coincidere automaticamente il nuovo con il vero, per distinguere il vero rinnovamento sia dal sovvertimento che dal formale abbellimento di facciata.
Coraggio nel resistere al fascino perverso del settarismo, nel respingere i facili estremismi, nel non sognare le soluzioni miracolistiche.
Coraggio nel non lasciarsi cullare dal tepore del nostro gruppo.
Coraggio nel riconoscersi sottoposti alle stesse seduzioni del potere, del denaro, e del piacere che siamo tanto bravi a denunciare negli altri.
Non si tratta solo di raccogliere le sfide del mondo di oggi, ma di lanciare la sfida del vangelo, di rovesciare le domande, di smuovere la palude. Come la parabola del vangelo, anche la nostra riflessione si può chiudere con una domanda: quando il Figlio di Dio verrà, ci troverà addormentati, avviliti, riuniti in seduta permanente, oppure svegli, attivi e vigilanti?
CI IMPEGNAMO NOI E NON GLI ALTRI
Ci impegniamo noi e non gli altri unicamente noi e non gli altri,
né chi sta in alto né chi sta in basso, né chi crede né chi non crede
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