Ocse: Italia continui su riforme lavoro, fisco e scuola
Rapporto “Going for Growth”: nel 2013 Pil pro capite italiano inferiore del 30% rispetto ai primi 17 Paesi
L’Ocse invita l’Italia a continuare sulla strada delle riforme, in particolare per quanto riguarda il mercato del lavoro, la scuola e il sistema fiscale. “La mancata ripresa dalla recessione sta portando il reddito pro capite dell'Italia a scendere ancora più in basso rispetto alle principali economie dell'Ocse” scrivono gli economisti dell’Osce nel rapporto “Going for Growth”. Nel 2013 il Pil pro capite italiano è inferiore del 30% rispetto alla media dei primi 17 Paesi Ocse, un gap sensibilmente cresciuto negli ultimi anni (nel 2007 era del 22,7%). “Gli sforzi di riforma dell'Italia sono rallentati rispetto al 2011-12 e pertanto c'è un ritardo rispetto agli altri paesi periferici dell'area euro”. L’Ocse accoglie comunque con favore “i primi passi di un programma complessivo di riforma strutturale. Perseguire questo programma con determinazione, contestualmente all'effettiva attuazione delle riforme precedenti, dovrebbe contribuire a una crescita più forte e più inclusiva”.
L’organizzazione parigina raccomanda al nostro Paese di “continuare a ridurre il dualismo del mercato del lavoro con assunzioni e licenziamenti più flessibili e procedure legali più prevedibili e meno costose, con il supporto di una rete di sicurezza sociale più onnicomprensiva e uno sviluppo delle politiche attive sul lavoro”. Si raccomanda anche di incrementare le politiche attive per il lavoro, concentrando le risorse sui disoccupati di lungo termine L’Italia deve “migliorare equità ed efficienza” del suo sistema educativo, che ha “un basso rapporto tra qualità e costo”, migliorando “le opportunità per i meno qualificati”. Sotto accusa, in particolare, i numerosi cambi (tre in quattro anni) ai vertici dell’Agenzia per la valutazione della scuola, mentre la spesa per la scuola è molto al di sotto della media Ocse.
Altro capitolo, l’efficienza della struttura fiscale: “il peso delle tasse per i lavoratori a basso salario è alto, il codice fiscale è troppo complicato e l'evasione è alta” osserva l’Ocse. È necessario, dunque, “ridurre le distorsioni e gli incentivi a evadere, riducendo i tassi di imposizione nominali elevati e abolendo molte spese fiscali. Ridurre l'instabilità della legislazione, anche evitando misure temporanee”. Inoltre, secondo l'Ocse l'Italia dovrebbe “continuare a ridurre la tassazione del lavoro, quando la situazione di bilancio lo permette, per incoraggiare domande e offerta di lavoro”. L'Italia deve ancora fare passi avanti sulle privatizzazioni, che “non hanno raggiunto gli obiettivi fissati”, e ridurre le “barriere alla concorrenza”. In particolare, secondo l’Ocse sarebbe opportuno “eliminare i legami di proprietà tra i governi locali e i fornitori di servizi, migliorare gli incentivi all'efficienza della giustizia civile, e snellire ulteriormente le procedure di bancarotta”.