GRAZIE DON ROBERTO
Ci sono cattivi esploratori che pensano che non ci siano terre dove approdare solo perché non riescono a vedere altro che mare attorno a sé. Grazie Don Roberto sei stato per ciascuno di noi un bellissimo esploratore
Sei andato all’incontro con Colui che Tutto Puo’.
don Roberto ci lascia grandi eredità, grandi insegnamenti, di cui, ciascuno di noi che ha scelto di condividere la Storia dei Giuseppini non può farne a meno: aver cura del progetto di vita dei Giovani.
Ciascun giovane ha rappresentato per TE don. Roberto, un grande magistero: ha letto il giovane come “ luogo” privilegiato per imparare, ascoltare, umanizzarsi.
Fortemente convinto che Non si può incontrare Gesù per conoscerlo, amarlo, imitarlo, senza un ricorso concreto, costante e ostinato al Vangelo; senza che questo ricorso faccia intimamente parte della nostra vita, don Roberto ha impegnato la sua vita mettendo il giovane al centro del “TUTTO” affinché non fosse dimenticato “mai” in nessuna fase della sua crescita.
L’albero si riconosce dal suo frutto: così chi professa di appartenere a Cristo si riconosce dalla sua fede che opera amore. E di giovani don. Roberto ne ha incontrato veramente tanti, in modo particolare durante il suo lungo impegno in ENGIM autentica officina dove siamo certi ha sperimentato con sapienza straordinaria il grande Dono di Amarli come Amico- Fratello e Padre.
Custodiremo in ENGIM la tua testimonianza semplice schietta sobria, nel nostro ultimo incontro sottolineavi quanto fosse importante che Il comportamento dei discepoli deve ispirarsi a sobrietà, essenzialità, povertà, nelle esigenze quotidiane e nelle relazioni interpersonali. Il regno è un fatto così importante e prioritario, che tutte le altre cose passano in secondo piano.
Hai vissuto l’ENGIM come luogo della condivisione, comunione, incontro e amicizia impegnandoti a dare il Buono il Bene e il Grande al giovane ed educandoli a leggere:
- nella tecnica un mezzo che sostiene ed aiuta la produzione del lavoro;
- nel frutto del loro lavoro l’intelligenza, la passione, lo stupore.
Hai vissuto l’ENGIM come luogo per pronunciare parole di incoraggiamento e di consolazione al fine di ridare fiducia nella vita a chi non poteva pagarsi una retta
Hai vissuto l’ENGIM come luogo dove non si deve restare indifferente di fronte al fratello che non riesce a venir fuori dalle tenebre in cui si dibatte e di essere per lui come la luce del sole e come l’aria che respiri.
Hai vissuto l’ENGIM come il luogo dove Portare gioia e calore, nascondendoti sempre come una viola in un grande prato, della quale tutti sentono il profumo, ma che nessuno riesce a trovare.
Ed infine, poiché ci hai insegnato che IL CRISTIANO, più che persuasivo, dovrebbe essere contagioso. Permettimi ancora di rivolgermi a Te con simpatia – rispetto e con l’accento che caratterizza la mia storia, anche per questo,
GRAZIE ROBÉ !
Don Antonio Teodoro Lucente csj
ENGIM NAZIONALE