LE “FERITE INVISIBILI” DEI BAMBINI SIRIANI DOPO 6 ANNI DI CONFLITTO
La denuncia di Save the Children: 5,8 milioni di bambini vivono sotto le bombe, 1 su 4 rischia conseguenze per la sua salute mentale, in 3 milioni hanno conosciuto solo la guerra
Di seguito il comunicato di Save The Children che fa il punto della situazione del conflitto in Siria a sei anni dall’inizio della guerra. I dati sono drammatici: 5,8 milioni di bambini vivono ad oggi sotto i bombardamenti. 1 su 4 rischia conseguenze devastanti sulla sua salute mentale, in 3 milioni non hanno conosciuto altro che la guerra. Bambini soldato, spose bambine, paura delle bombe, nessuna speranza per il proprio futuro: ecco come sono costretti a vivere.
A 6 anni dall’inizio del conflitto in Siria, sono 5,8 milioni i bambini che vivono ancora sotto i bombardamenti e hanno bisogno di aiuti e un bambino su quattro rischia conseguenze devastanti sulla salute mentale. Sono almeno 3 milioni i bambini, infatti, che hanno oggi sei anni e non hanno mai conosciuto altro che la guerra.
Sono solo alcuni dei dati che emergono dal nuovo rapporto “Ferite Invisibili” che per la prima volta indaga – attraverso interviste e testimonianze raccolte tra adulti e minori all’interno del Paese - l’impatto psicologico sui bambini coinvolti nel conflitto siriano, facendone emergere un quadro angosciante.
La paura delle bombe. Una delle più grandi paure dei bambini che vivono ancora in Siria è proprio quella delle bombe: basta il rumore di un aereo che passa o delle grida per generare terrore nei bambini, anche una porta sbattuta dal vento può provocare reazioni di panico. Sono 3,7 milioni i bambini che sono nati durante il conflitto e quelli che hanno meno di 12 hanno passato già la metà della loro vita in una condizione di continuo imminente pericolo. Molti di loro soffrono di incubi notturni e hanno difficoltà ad addormentarsi per il terrore di non svegliarsi più. La mancanza di sonno e di riposo è estremamente pericolosa per la salute fisica e mentale dei bambini e può portare a gravi conseguenze di natura psichiatrica nonché a malattie a volte mortali.
La fine dell’infanzia, tra piccoli soldati e spose bambine. Bambini che non hanno più punti di riferimento, che hanno perso i propri cari, che non possono andare a scuola e che devono trovare il modo per sopravvivere diventando improvvisamente adulti per sfuggire alla povertà. In violazione delle leggi internazionali sui diritti umani, molti bambini – in particolare i maschi – vengono reclutati da gruppi armati. “La guerra è un business e spesso i gruppi armati sono gli unici che hanno il denaro per pagare”, spiega un ragazzino. Questi bambini sono i più vulnerabili dal punto di vista delle conseguenze psicologiche e con loro anche le bambine, spesso costrette a matrimoni precoci, un fenomeno ormai in crescita in molte aree del paese. I genitori, non potendo curarsi di queste bambine, le obbligano a sposarsi con uomini di famiglie più ricche che si possano occupare di loro, pensando di tenerle così lontane anche dal rischio di abusi e violenze sessuali. Alcune tentano il suicidio pur di evitare di finire in spose a uomini che non vogliono.
La perdita del “senso di futuro”. La mancanza di educazione è una delle più grandi paure dei bambini e l’impossibilità di andare a scuola crea loro grandi problemi oltre che nell’apprendimento, anche nella socializzazione: dall’inizio del conflitto sono più di 4.000 le scuole che sono state attaccate, circa due al giorno. Una scuola su tre è danneggiata da bombe o è stata trasformata in rifugio per sfollati e circa 150.000 tra insegnanti e personale educativo, hanno lasciato il Paese. Le scuole che rimangono in piedi continuano ad essere obiettivi di attacchi indiscriminati e la maggior parte dei bambini e degli adolescenti non può frequentarle.