Chi osa formare è uno che non smette di imparare e di ispirare,
che non si sente mai arrivato e resta in costante apprendimento!
Per questo anno formativo, l’invito a tutti noi è di rompere la simmetria, perché il benessere non lo si trova nell’equilibrio e nella stabilità: una vita senza scossoni, senza imprevisti, senza ostacoli, è un profondo inganno! La vita non è un fermo immagine, è precaria e cangiante: non c’è un "posto giusto" per i nostri giovani, ma c'è il "viaggio giusto", da percorrere al loro fianco!
In questo nuovo anno formativo, lasciamoci ancora guidare da Jacques Maritain, autore dell’umanesimo integrale, che ci ricorda di lottare per ogni uomo, di mettere al centro la persona e di impegnarci per salvaguardare i valori e i diritti della ognuno.
Come ha recentemente ricordato il Presidente Mattarella, l’art. 34 della nostra Costituzione sancisce la scuola come obbligatoria e gratuita, e la identifica come strumento indispensabile a combattere l’ignoranza con la conoscenza, a combattere la paura con la cultura, a condividere le responsabilità. Riscopriamo così la formazione come "bene comune" e, come tale, insieme ai principi di personalità, di sussidiarietà, di solidarietà, costituisce uno dei pilastri nella Dottrina Sociale della Chiesa.
Con l’avvio di quest’anno formativo, non dimentichiamo che i nostri ragazzi, finché non riusciranno a comprendere a cosa serve quella particolare attività didattica e non capiranno il motivo per il quale devono fare un certo compito, non ci metteranno mai passione e impegno. Allora dobbiamo ricordarci di partire dal problema (come vuole la “revisione di vita”), per dare un senso al loro agire.
Salviamoli con ciò che ci ha salvato. Cerchiamo di riscoprire gli elementi che hanno fatto la differenza nella nostra vita da allievi, cosa ci ha colpito: quell’idea, quella nota, quel professore, quella materia... perché anche noi, da giovani, abbiamo ascoltato e seguito qualcuno che "quello che diceva, faceva", o qualcuno che aveva già sperimentato un determinato processo e così lo ha reso credibile.
Raccontiamo ai ragazzi cosa ci ha colpito, cosa abbiamo amato alle scuole superiori, spieghiamo loro perché ci ha cambiato la vita ...anche se non è parte del programma!
Sono certo che "ciò che ci ha salvato" desterà l’attenzione dei nostri allievi e che le loro successive domande saranno l'innesco di un processo formativo virtuoso. Salviamoli con ciò che ci ha salvato!
Buon anno formativo a tutti noi!
padre Antonio Teodoro Lucente
Presidente ENGIM