Abbiamo celebrato da pochi giorni la Giornata Mondiale dedicata all'Ambiente (5 giugno). Tutto il mondo celebra questo giorno perché riflette una ricorrenza istituita dall’Assemblea Generale dell’ONU nel 1972, per ricordare la Conferenza sull’Ambiente che si è svolta a Stoccolma dal 5 a 16 giugno 1972. Durante la Conferenza di Stoccolma, infatti, venne delineato il Programma Ambiente delle Nazioni Unite. A questa importante celebrazione aderiscono oltre 100 Paesi del mondo, tra cui l’Italia.
La Giornata mondiale dell’ambiente nasce, quindi, con lo scopo di spingere tutti a una maggiore presa di consapevolezza e a prenderci cura concretamente del nostro Pianeta. È un’occasione preziosa per ricordarci che ognuno di noi può fare qualcosa per essere parte del cambiamento di cui la Terra ha bisogno, oggi più che mai. In questa coscienza, anche noi di ENGIM lo abbiamo ricordato, ogni centro lo ha fatto a suo modo quel giorno, tuttavia qualche settimana prima, abbiamo avuto un tempo in cui ci siamo impegnati a vivere delle riflessioni e, soprattutto, delle azioni “comuni” per il bene della nostra “casa comune” e quindi per il nostro bene.
Dal 17 al 19 maggio scorso ci siamo ritrovati nel nostro Campo Nazionale, un’esperienza d’incontro e confronto di cui i nostri ragazzi e ragazze sono protagonisti; è un tempo vissuto assieme in un luogo significativo ed emblematico, che assorba i valori educativi e formativi per cui ci battiamo. Per tutti loro, ma anche per ogni docente coinvolto, è un momento in cui ritrovare o conoscere giovani ed educatori provenienti dalle varie scuole professionali d’Italia. Dopo un anno di fermo forzato (nel 2020 avevamo in programma di andare a Taranto) abbiamo deciso che quest’anno fosse giusto tentare di ritrovarsi. Tuttavia, abbiamo dovuto scegliere di farlo sapendo che saremmo rimasti a casa, o meglio, a scuola, nelle nostre sedi locali, impegnandoci a conoscere meglio lo strato sociale, etico e politico del territorio abitato, per poi ritrovarci tutti assieme in plenaria a condividere il lavoro e le riflessioni su una piattaforma di videoconferenze. La necessità di impegnarsi per il bene della Terra e, quindi anche di tutti noi, si è concretizzato e declinato in tantissime attività di servizio. Abbiamo trovato nel linguaggio della “Fratelli tutti” (FT1-2.5), nella “Laudato Si’” e negli “SDGs” dell’Agenda ONU 2030 il giusto punto di unione con cui agire. Ci siamo soffermati sul tema della “cura”, abbiamo ascoltato il grido dei poveri e il grido della terra (LS 49) cui abbiamo risposto con gesti concreti che ci hanno segnato e ci hanno legato l’uno all’altro. Nei momenti di plenaria in cui raccontare il lavoro della giornata, ogni centro ENGIM coinvolto è rimasto in ascolto dell’altro condividendo gesti, azioni, sogni, desideri, progetti in cui i nostri ragazzi e ragazze si sono messi in gioco; dei diciassette Cfp che hanno partecipato al Campo, con circa 150 giovani e una trentina di docenti coinvolti, abbiamo condiviso: tante storie, tante foto, video, canti, testimonianze, progetti, risate, applausi, impegno concreto per il bene della Terra e delle persone, e, soprattutto, abbiamo condiviso idee per sviluppare al meglio le nostre professionalità di domani, la nostra idea di scuola, di inclusione, di condivisione, di accoglienza (da questo incontro abbiamo stilato una sorta di manifesto di buone pratiche ENGIM). Ogni giorno abbiamo avuto testimonianza di quanto sia ricco di bene il mondo e di quanto noi tutti vogliamo gridarlo e viverlo!